FRANCO NERO “Ho rischiato ma ho avuto successo”
Franco Nero, uno dei volti più iconici del cinema italiano, attore, regista, produttore, produttore esecutivo, scrittore. Una lunga carriera piena di successi internazionali tra l’Italia, Hollywood e tantissimi paesi del mondo con oltre 200 film, esplorando tutti i generi, dalla fantascienza alle commedie, dai thriller mafiosi ai polizieschi, dall’avventura agli spaghetti western.
Tanti film interpretati, qual è il suo preferito?
È come chiedere ad una madre qual è il suo figlio preferito, la madre risponderà che sono tutti uguali. Allo stesso modo posso dire che amo tutti i film che ho girato. Qualcuno è venuto meglio, qualcuno peggio, ma all’inizio quando l’ho accettato voleva dire che avevo piacere di farlo. Nella mia carriera sono sempre stato coerente, non ho mai pensato ai soldi e ho sempre scelto i film da interpretare. Ho lavorato con tante cinematografie. Sono stato in più di 100 paesi e ho interpretato personaggi di 30 nazionalità diverse. Mi sono divertito e continuo a farlo.
C’è un personaggio a cui è particolarmente legato?
Ho avuto la fortuna di lavorare con le più grandi stars di Hollywood e Inglesi, tra questi il più grande di tutti Laurence Olivier che all’inizio della mia carriera, molti anni fa, mi disse: “hai un gran bel fisico” e aggiunse “ potresti fare sempre l’eroe, come fanno le stars americane, oppure potresti fare l’attore, avrai alti e bassi nella carriera ma, a lungo andare, avrai i tuoi frutti”.
E così ho seguito i suoi consigli.

Nel ruolo del Papa, in una produzione spagnola del 2020
Ho fatto l’eroe in molti film: l’eroe italiano ‘Giuseppe Garibaldi’, l’eroe serbo Banovic Strahinja nel film de 81 “Il Falcone”, e l’eroe ungherese, nel film ‘La conquista’ del 93, interpretando il condottiero Arpad che guidò i magiari alla conquista dei Carpazi, e ho fatto tutti i ruoli che un attore potesse fare divertendomi tanto, ho rischiato ma ho avuto successo. Western, thriller, commedie musicali, ma anche film sociali e film per bambini. Mi mancava solo di interpretare il Papa e ultimamente ho girato un film spagnolo dal titolo “The Man from Rome” nel quale ho interpretato proprio il Papa.
Non solo mi sono sempre divertito a girare i film, ma mi pagavano anche. Se fossi stato solo un attore italiano che fa i film in Italia sarebbe stato diverso. Invece ho scelto di fare film in tutto il mondo. Sono anche un po’ zingaro, probabilmente ho preso la curiosità e l’amore per i viaggi da mia nonna che era Gitana. Amo la scoperta, vivere un po’ come nomade. Ho fatto anche un film israeliano con un regista israeliano perché mi interessava andare in quella nazione, con una regista cilena e con una regista brasiliana per lo stesso motivo. Così anche con un regista russo, tedesco, austriaco, francese, irlandese, inglese… Cioè, ho sempre abbinato il lavoro alla curiosità e al desiderio di accrescere la mia cultura.
Tornando alla tua domanda, si, sono particolarmente legato ad un personaggio, ma non per il personaggio in sé.

Sant’Agostino miniserie televisiva del 2010
La mia carriera è iniziata con i corti a Salsomaggiore in provincia di Parma, eravamo 5 amici e ci siamo divertiti molto a girarli.
Già a 25 anni ho cominciato ad essere conosciuto in tutto il mondo per il famoso film Django e sono andato negli Stati Uniti per il film ‘Camelot’, che tra l’altro è stato il musical preferito da John Fitzgerald Kennedy in quanto parla della tavola rotonda di Re Artù, di Lancillotto e la regina Ginevra.
Kennedy amava la canzone di Re Artù, la sentiva tutte le sere prima di andare a dormire perché identificava il regno di Re Artù con gli Stati Uniti d’America.
Sono rimasto negli Stati Uniti circa un anno per fare questo kolossal e avevo un contratto con la Warner, con Jack Warner personalmente per fare altri 5 film.

Il più “americano” tra gli attori del nostro cinema.
Tra i suoi film più importanti:
Il giorno della civetta di Damiani da Leonardo Sciascia,
Il delitto Matteotti di Vancini,
Il giovane Toscanini di Zeffirelli
I miei amici, tra cui i fratelli Bazzoni e Vittorio Storaro, mi chiamavano in continuazione: “Franco torna che adesso hai un bel nome e abbiamo la possibilità di fare un film nostro“.
Così sono andato da Jack e gli ho detto “mi manca casa, voglio tornare in Italia” e lui “sei un pazzo, ho un programma incredibile per te, diventerai una grande star qui in America!”.
Alla fine si è arreso e abbiamo strappato il contratto.
Quindi sono ritornato in Italia per lavorare assieme agli amici con cui ho iniziato.
Il film l’abbiamo girato in Spagna: ‘L’uomo, l’orgoglio, la vendetta’ tratto dalla Carmen di Prosper Mérimée.
Luigi Bazzoni da regista, Camillo Bazzoni come direttore della fotografia, Vittorio Storaro come operatore e Gianfranco Transunto come fuochista.
Io interpretavo Josè, Tina Aumont la Carmen e Klaus Kinski Garcia.
È stato bellissimo.

Con il successo con il film Django, il personaggio incredibile inventato da Sergio Corbucci iniziò una lunga serie che contribuì all’affermazione internazionale degli spaghetti western.
A quell’epoca andavano i western e quindi per cercare di vendere di più, i distributori lo contrabbandarono come western, infatti sul manifesto del film c’ero io con il cappello da cowboy.
Questo è per me il film preferito, perché l’ho fatto con gli amici con i quali ho iniziato la mia carriera.
In più il personaggio di Don Josè è un personaggio moderno che non muore mai.
Perché anche nella vita attuale, l’uomo è Don José e la donna è la Carmen, cioè più la donna ha fascino e si fa desiderare, più l’uomo la segue.
In un certo senso si può dire che ‘in amore vince chi fugge’.

Stella sulla Hollywood Walk of Fame
“Ho fatto tutti i ruoli che un attore potesse fare e mi sono divertito molto, ho rischiato ma ho avuto successo”
Ha recitato al fianco di grandi attori e attrici di successo. Con chi le è piaciuto particolarmente lavorare e perché?
La prima è sicuramente Vanessa Redgrave che ho la fortuna di averla come moglie, ma anche come attrice. Con lei mi sono trovato molto bene, infatti abbiamo girato insieme una decina di Films. Lei è la più grande attrice di tutti i tempi e non lo dico solo io. Lo scrittore Tennessee Williams in un suo libro definisce Vanessa Redgrave “la più grande attrice al mondo”, così come anche Arthur Miller.

Nel 2012 per un cameo in “Django Unchained” di Quentin Tarantino.
Ho avuto la fortuna di lavorare con tutte le più grandi Star del mondo tra cui Richard Harris, Laurence Olivier, Bruce Willis, Harrison Ford, Robert Shaw, Rod Staiger, Henry Fonda, Burt Lancaster, Richard Burton, ma soprattutto William Holden che da ragazzo amavo perché era di una bellezza unica e faceva innamorare le donne.
Non come oggi che per avere successo bisogna avere una faccia da ragioniere!
Lo stesso per un altro grandissimo attore, Anthony Quinn, che mi ha adottato come figlio quando il mio vero padre morì nel ‘84. Anthony Quinn mi disse: “Non essere triste, d’ora in poi sarò io tuo padre” e mi ha chiamato ‘figlio’ per tutta la vita e io l’ho chiamato ‘papà’. Quando purtroppo è morto all’età di 86 anni, Io e mio figlio siamo andati a New York, poi abbiamo preso un treno e siamo arrivati a Rhode Island per il suo funerale, ed io in chiesa ho fatto un discorso come figlio.
Ha sempre avuto un fisico invidiabile e ancora adesso è in perfetta forma. Ci svela il suo segreto? Quale sport pratica, segue una dieta particolare?
Sono sempre stato uno sportivo, ho giocato a pallone e poi a calcetto e calciotto. Da ragazzo facevo il Decathlon. Adesso pratico il tennis frequentemente con gli amici di Roma. La mia vita è sempre stata all’aria aperta, non ho mai amato i nights e le discoteche, ma il mare, la pesca subacquea, le attività all’aria aperta, e questo naturalmente mi ha molto aiutato. Come alimentazione cerco di mangiare sempre molto semplice e di stare attento, non che abbia mai fatto diete particolari, ma evito di mangiare troppi grassi.
Dove si allena abitualmente?
A Roma ultimamente vado a Villa York dove gioco a Tennis con i miei amici, il proprietario è lo stesso del Forum, dove andavo qualche tempo fa’ per il calcetto, 10 mila soci, uno dei più grandi circoli d’Italia.
Invece a Velletri, dove ho la mia casa di campagna, alterniamo bocce, ping pong, nuoto in piscina e ci divertiamo tanto con i nipoti quando vengono a trovarci. Tra amici, organizziamo tornei di calcio balilla e mini tennis su un campo speciale che mi ha fatto costruire Anthony Quinn, che ne aveva uno uguale a Cecchina e che andava molto di moda in America negli anni ‘80.

Franco Nero e Vanessa Redgrave con il Principe Carlo
Quindi è nella casa di Velletri che preferisce trascorrere le vacanze con la famiglia?
Ho preso questa casa per mio padre (maresciallo dei carabinieri in pensione originario della Puglia) perché il suo sogno era di avere un pezzettino di terra dove poter coltivare frutta, ortaggi, fare un pò di vino, olio, così come faceva da giovane con i fratelli. Per me ha un significato incredibile. La mia famiglia è innamorata di questo posto. Quasi tutti gli anni passiamo l’estate qui ai Castelli Romani e ci divertivamo molto a stare a contatto con la natura in questa casa fantastica, una piccola oasi.
Mentre a Roma abito in pieno centro, un appartamento dove dal terrazzo vedo San Pietro con la cupola, e anche qui è un gran bel vedere.
Al centro della sua vita c’è l’infinito amore con Vanessa Redgrave, un figlio e un matrimonio avvenuto 50 anni dopo il vostro primo incontro, quasi come fosse la trama di un film…

Il grande amore con Vanessa Redgrave, dall’incontro sul set nel 1967 al matrimonio celebrato in segreto
Siamo una famiglia molto unita. Con Vanessa ho avuto mio figlio Carlo e ho cresciuto anche le due figlie che aveva avuto prima che ci incontrassimo. Quando le ho conosciute Joely aveva un anno e mezzo, Natasha circa tre anni, perciò le ho considerate sempre le mie figlie. Purtroppo Natasha è mancata 12 anni fa in Canada sulla neve, ma coi i suoi due figli Daniel e Michael (nati dal matrimonio con Liam Neeson grande attore irlandese – La lista di Schindler’s – Questa casa fuori new york – ecc.), abbiamo un rapporto bellissimo e continuo. L’anno scorso Michael è stato un po’ con me a Roma insieme ai figli di Carlo, Raphael Walter Elliott e Lilli Angelina Rose, e con Daisy la figlia di Joely. Sono un nonno fortunato amato dai miei nipoti in maniera speciale.

Franco Nero con Keanu Reeves in “John Wick 2”
Torniamo ai lavori che sta realizzando… Quando uscirà il film “L’uomo che disegnò Dio” che vedrà in un piccolo ruolo l’attore americano Kevin Spacey?
Ho fatto gli ultimi ritocchi da poco e spero di andare ad un grande festival. Qui sono registra, attore protagonista, co-sceneggiatore e co- produttore. Oltre a Kevin Spacey, Faye Dunaway e Robert Davi, ho dei bravi attori italiani come Stefania Rocca e Massimo Ranieri. Massimo l’ho chiamato perché nel film avevo anche bisogno di un finto cieco napoletano, ed è stato bravissimo. Gli ho detto tante volte che secondo me è molto più bravo come attore, che come cantante!
Nel 2021 anche durante la pandemia sono riuscito a fare tanti lavori, uno in Romania, due in Croazia, un film spagnolo. Poi, giacché mi piace aiutare i giovani, ho accettato di fare un corto dal titolo “Il Suggeritore”. E’ la storia di un vecchio attore che non ricorda le parole ed ha bisogno di un suggeritore.
Progetti futuri? Un sogno nel cassetto?
Il mio sogno in questo momento è fare un film con mio nipote Michael Neeson che come attore ha cambiato il nome il Michael Richardson, il titolo è “Black Beans and Rice”, e speriamo di girarlo molto presto. Michael è molto bravo e ha già fatto un film con il padre Liam Neeson che si chiama ‘Made in Italy – Una casa per ritrovarsi’.
E poi ho in programma di fare un nuovo Django 40 anni dopo: ‘Django vive ancora’, con la grandissima sceneggiatura di John Sayles, uno dei più grandi sceneggiatori americani e candidato all’Oscar diverse volte. Speriamo di farlo entro l’anno.
In bocca al lupo, siamo tutti suoi grandissimi fans!
Intervista tratta dalla rivista Destinazione Benessere n°23 di Marzo 2022