Psicologia dello Spazio nei percorsi di Dimagrimento

Quanto mangia un’anima felice? Quanto compra un’anima felice?

Esploriamo il parallelismo tra le dinamiche mentali ed emozionali che legano il rapporto corpo-cibo e quelle che legano il rapporto casa-oggetti nei percorsi di dimagrimento, perché le cause di accumulo nel corpo sono analoghe a quelle di accumulo in casa.

Casa e Corpo: gli Spazi dell’Anima

Ogni giorno vivi provando emozioni e formulando pensieri sul tuo valore personale, sulle circostanze che ti accadano e sulle persone con cui ti relazioni, fa parte delle natura umana. Questi aspetti mentali ed emozionali così intangibili e sottili ti spingono a compiere determinati comportamenti: prendi decisioni, scegli cosa dire o non dire, decidi cosa fare o non fare, compi delle azioni concrete, che diventano la tua realtà, la quale condiziona la qualità della tua vita.

Pensieri ed Emozioni si depositano nei due spazi più concreti e tangibili della tua esistenza, in cui ti muovi ogni giorno: la tua Casa e il tuo Corpo.

Casa e Corpo sono due spazi che parlano lo stesso linguaggio perché sono depositari della tua anima, uno il prolungamento dell’altro, entrambi sono lo specchio del tuo mondo interiore.

La Psicologia dello Spazio definizione

La Psicologia dello Spazio descrive in che modo l’ambiente di casa e di lavoro accoglie, rappresenta e manifesta le dinamiche mentali ed emozionali dei suoi abitanti, attraverso la gestione degli oggetti e dello spazio. Gli strumenti d’intervento sono la pratica del Decluttering (rimozione degli oggetti superflui) e dell’Organizzazione. La sua finalità è quella di migliorare il Benessere psico-fisico-emotivo attraverso un lavoro concreto sullo spazio, attingendo e potenziando le risorse personali e organizzative della persona, che sviluppano funzioni assegnate ad entrambi gli emisferi del cervello.

Decluttering e Organizzazione

La pratica del Decluttering scioglie i blocchi emotivi collegati agli accumuli di oggetti superflui superando le resistenze del:

  • “non si sa mai”, “può sempre servire” per liberarsi dall’ ansia per il futuro
  • “è un ricordo”, “è costato dei soldi”, “può valere qualcosa”, per liberarsi dalle ancore del passato
  • “è sempre stato li”, “nel mio disordine trovo tutto”, “sono disordinata/o perché sono creativo”, per superare la mania del controllo e la paura del cambiamento.

Queste resistenze privano della possibilità di godere della vita nel presente e richiedono un lavoro “analogico” a livello di emisfero destro. Per ogni resistenza c’è una soluzione pratica e concreta da mettere in atto, durante la rimozione del superfluo.

L’ Organizzazione dello spazio e degli arredi richiede svolgere attività di raggruppamento, catalogazione, classificazione, ripartizione, suddivisione, assegnazione, schematizzazione per raggiungere un risultato suddividendolo in sotto attività, assegnando tempi e risorse. Queste attività sono funzioni “analitiche” che attivano la parte della corteccia prefrontale del cervello, stimolando la creazione di nuove sinapsi attraverso la realizzazione di mappe mentali.

Successivamente alla rimozione del superfluo si organizzano gli oggetti nell’arredo e nello spazio seguendo un metodo preciso, una scaletta facile, veloce ed efficace per collocare ogni cosa al suo posto e trovare il posto per ogni cosa.

Le pratiche di Decluttering e Organizzazione impostati in questo modo sono lavori concreti e tangibili sullo spazio, il quale cambia e si rinnova mentre si interviene, divenendo completamente diverso, più leggero, arioso, spazioso, pratico e bello, alla fine del lavoro.

In questo modo lo spazio diventerà un nuovo specchio per la persona che vivrà e si muoverà in esso e lo spazio invierà nuovi stimoli, permetterà al corpo di fare una nuova esperienza con lo spazio rinnovato e la mente, per la teoria dell’Embodiment, potrà farsi un’idea diversa anche su molte altre convinzioni personali. Dallo spazio abitativo si influenzano nuovi schemi mentali e dunque a cascata nuovi comportamenti.

Accumulo oggetti e Accumulo peso: cause analoghe

Le cause che spingono ad acquistare oggetti ben oltre i bisogni funzionali sono, in linea generale, le medesime per le quali si mangia ben oltre le necessità biologiche. La società del consumo, facendo leva sulla paura della mancanza o su altre insicurezze, induce le persone a comprare oggetti o cibo per agganciare a fattori esterni il proprio valore personale e per tamponare disagi emozionali. Si instaura così un rapporto disordinato con il cibo e gli oggetti (oltre che un danno ambientale e sociale). Accumulare peso e oggetti è facile, ma una volta presi è difficile rimuoverli.      

 

Il primo passo è porsi le giuste domande per comprendere i bisogni, che rimasti disattesi, originano gli stati emotivi e i comportamenti spesso impulsivi, agiti per tamponare situazioni di disagio:

– “Perché sto comprando oltre il bisogno funzionale dello spazio?” (perché sto mangiando oltre il bisogno biologico richiesto dal corpo?)

– “Compro perché è un oggetto che mi serve, perché quello che avevo si è rotto, rovinato o è assente?” (“mangio perché sento la fame biologica?”)

– “Ho già in casa quello che sto comprando?” (“ho già nel corpo quello che mi serve?”)

– “Sto acquistando un oggetto doppio e sono pronto/a a lasciare andare quello presente in casa?” (“Nel mangiare nuovamente altro cibo, sono pronto/a ad alleggerire i pasti successivi?”).

 

Il secondo passo è riconoscere a se stessi che, anche attraverso il rapporto con gli oggetti, cosi come con il cibo scatta una sorta di effetto craving, per cui comprare o mangiare diventano gratificazioni e difese nei confronti di quello che nella vita è faticoso da affrontare, compensando:

  • carenze di valore personale
  • disistima
  • paura di farsi trovare impreparati o di sbagliare
  • sensi di colpa o di vergogna
  • paura della mancanza
  • vuoti affettivi
  • paure per il cambiamento
  • ansia e disagi impulsivi

 

         Il terzo passo è agire. E’ nell’azione che avviene il cambiamento. Serve un piano d’azione fatto di piccoli passi quotidiani per allenare l’autoefficacia e arginare la paura. Infatti, superando il confine di convinzioni e abitudini radicate da una vita, non sai cosa potrà accadere e quindi viene meno la sicurezza data dal controllo delle situazioni, creando una percezione di vuoto che paralizza. Per questo si preferisce rimanere in una situazione svantaggiosa, ma conosciuta.

Nel decluttering e nella dieta occorrono le stesse abilità

Nella pratica del Decluttering è necessario:

  • sapersi ascoltare
  • prendere delle decisioni consapevoli
  • assegnare valore a oggetti, persone, situazioni
  • passare all’azione con fiducia

che sono le medesime abilità richieste da un qualsiasi percorso di sviluppo personale e di Rieducazione Alimentare soprattutto, in cui viene richiesto di :

  • riconoscere sinceramente le proprie necessità biologiche
  • decidere quale alimento scegliere, rispetto ad un altro
  • saper valutare il valore nutrizionale di quello che si mangia
  • agire in modo consapevole

La casa è lo specchio della persona per questo va allineata al cambiamento personale, diversamente la persona continuerà a vivere in uno spazio che le ripropone la sua vecchia identità mentale ed emozionale, rallentando il raggiungimento degli obiettivi.

Conclusioni

La casa è lo specchio del mondo interiore della persona, quel mondo in cui si generano pensieri ed emozioni, le cause di un rapporto disordinato con il cibo e gli oggetti. A dieta la persona, a dieta la casa, così la cura della casa diventa cura di se stessi.

 

Silvia Ruffilli

Per maggiori informazioni silviaruffilli@gmail.com – www.silviaruffilli.com

 

(NdA) – La Psicologia dello Spazio è approdata in Clinica dal 2017 con la prima e, al momento, unica sperimentazione tra Decluttering & Dimagrimento, presso il Centro di Obesità e Nutrizione Clinica di Villa Igea di Ospedali Privati Forlì ed è stato possibile per me fornire due contributi nel libro di Berrino e Lumera “La via della Leggerezza” Ed. Mondadori.


Condividi